www.scattinaturali.com
E' necessario attendere qualche secondo per il completo caricamento delle immagini !!!
GALLERIE 2O16
MAGGIO 2O16
APRILE 2O16
MARZO 2O16
FEBBRAIO 2O16
GALLERIE 2O15
DICEMBRE 2O15
NOVEMBRE 2O15
LUGLIO 2O15
GIUGNO 2O15
Queste due belle IMMAGINI di NITTICORA - (Nyctycorax nyctycorax) , sono state riprese, come ci segnala l'autore ALBERTO ALVISI, in un ambiente apparentemente insolito. Il lago all'interno di un Parco pubblico piuttosto rinomato e conosciuto in Provincia di Modena: Villa Sorra, situata tra i comuni di Nonantola e Castelfranco Emilia. La NITTICORA è un Ardeide piuttosto diffuso, che sta iniziando a intrattenersi con piccoli gruppi nelle nostre zone, anche durande il periodo invernale. Così come fanno, da tempo l'Airone cenerino , l'Airone guardabuoi e l'Airone bianco maggiore, visibili durante tutto il corso dell'anno, mentre cacciano piccoli roditori sui campi coltivati a riposo. La presenza della NITTICORA nei laghi all'interno del Parco di Villa Sorra è quindi consolidata nel tempo, almeno durante la stagione riproduttiva. Io ne ho avvistati parecchi esemplari nel corso degli anni sostare, come loro abitudine, sulla vegetazione più vicina all'acqua. Il fatto che questo sito sia continuamente visitato da parecchie persone durante la stagione estiva ha reso questi esemplari "evidentemente" più collaborativi e confidenziali rispetto ai loro simili, distribuiti su ambienti tecnicamente più "selvatici".
MARZO 2O15
GALLERIE 2O14
Pubblichiamo ben volentieri queste brevi note che ci ha inviato l'amico ALBERTO ALVISI, e che illustrano efficacemente la preparazione indispensabile, le nozioni e le tecniche necessarie per poter praticare con successo la FOTOGRAFIA AEREA. ALBERTO ci descrive le sue esperienze in merito, consentendoci così di apprezzare anche maggiormente le sue belle IMMAGINI dal cielo. IMMAGINI che ci regalano una visione del tutto particolare, insolita e dal fascino irresistibile!!!
Grazie di cuore ad ALBERTO ALVISI per le sue esperienze!
Grazie di cuore ad ALBERTO ALVISI per le sue esperienze!
ALBERTO ALVISI - LA FOTOGRAFIA AEREA - Brevi note e curiosità

Per parlare di fotografia aerea non possiamo che iniziare a parlare del velivolo che ci dovrà portare lassù tra le nuvole, dove imprimere le immagini sulla nostra macchina fotografica, immagini che potranno piacere o meno ma che sicuramente avranno un punto di vista particolare e diverso che nel bene e nel male doneranno emozioni a chi le guarderà.
L’aviazione civile si divide in due grandi categorie: Aviazione Generale e Aviazione Ultraleggera. I mezzi sono sostanzialmente gli stessi, senza entrare nei dettagli abbiamo varie discipline quali: Volo a Motore (per semplificare il famoso piper), l’Ala Rotante (elicottero, autogiro), il Volo a Vela, la Mongolfiera, il Paracadutismo, l’Aeromodellismo, il Volo Libero (deltaplano, parapendio) ed altri.
La differenza tra le due categorie è dato dall’iter per il conseguimento del brevetto per il primo e l’attestato per il secondo, i pesi dei velivoli e una serie di norme e regole che limita l’aviazione ultraleggera per quote e sorvoli.
Ma la differenza enorme la fanno i costi di utilizzo molto alti per l’aviazione generale, quindi se non si hanno grosse disponibilità di denaro ci si dovrà indirizzare verso un velivolo ultraleggero. Negli ultimi anni si ha avuto per questo motivo un enorme sviluppo dell’aviazione ultraleggera a discapito di quella generale. Da un lato è stato positivo, per un incremento di questo bellissimo sport o passatempo (dipende dalla disciplina scelta), dall’altro molte persone si sono affacciate a questa disciplina con leggerezza e incompetenza, quindi se vi dovete affidare ad un pilota che vi porti in volo prendete informazioni e non vi avventurate solo per provare l’ebbrezza e l’emozione di staccarsi da terra.
Il velivolo più adatto per la fotografia e senz’altro l’elicottero, ma naturalmente è anche il più costoso, circa 400 euro il costo orario base per l’aviazione generale e la metà per l’ultraleggero, i costi comprendono il consumo, l’assicurazione, l’hangaraggio e soprattutto la manutenzione. A patto di trovare un mezzo che abbia la possibilità di togliere la portiera, l’elicottero ha il vantaggio che può volare praticamente ovunque, a basse velocità fermandosi addirittura in volo, salire o scendere verticalmente, subire pochi “scossoni” dovuti a turbolenze. E’ il mezzo utilizzato dai fotografi o documentaristi professionisti.
Da evitare sono le discipline prettamente sportive, quali il volo a vela, il deltaplano o il parapendio, in quanto per sostenersi in aria hanno bisogno di utilizzare fenomeni naturali quali termiche o correnti dinamiche ed il volo può essere molto breve o molto movimentato e non si ha sempre la possibiltà di arrivare dove si programma e alla quota desiderata. La Mongolfiera è molto indicata se non si hanno personali obiettivi e si vuole fotografare quello che il volo offre, in quanto si può seguire una certa rotta prestabilita cambiando quota, ma la direzione la decide per gran parte madre natura.
Personalmente utilizzo un deltaplano a motore che coniuga bassa velocità ad una visibilità a 270°. Naturalmente ha i suoi svantaggi, principalmente le condizioni meteo. Avendo un peso limitato ed una superficie velica non indifferente è suscettibile ad ogni fenomeno metereologico, in estate si dovranno evitare le ore più calde per evitare le termiche che provocano grosse turbolenze e in inverno si è esposti alle basse temperature. Ma si sa, per una bella foto si è disposti a sopportare ben altro!!!
Per quanto riguarda l’attrezzatura fotografica è sconsigliabile un ottica fissa. E' anche vero che i velivoli possono muoversi liberamente tridimensionalmente, ma uno zoom è la scelta migliore. Oppure, se non si vuole rinunciare alle migliori ottiche fisse, bisognerà usare più corpi macchina. Infatti cambiare obiettivo in volo, oltre che scomodo potrebbe risultare pericoloso, la perdita dell’obbiettivo, oltre al fattore economico, nel cadere a terra potrebbe provocare danni a cose o persone e nel malaugurato caso finisse nelle eliche spingenti, poste a poppa del mezzo rompendole, si avrebbe, nel caso migliore, una piantata motore, nel caso peggiore i pezzi potrebbero squarciare la vela e in quel caso ci si dovrebbe affidare unicamente al paracadute (tutti i mezzi ultraleggeri possono dotarsi di questo provvidenziale strumento). Personalmente dovendo pilotare e fotografare nello stesso tempo utilizzo un vecchio zoom da battaglia 28-105 che monto sulla mia nikon d7000 ma anche uno più spinto 70-200 (fx) dà ottimi risultati. Gli ultrangolari spinti se non si vogliono fare foto ad effetto sono da escludere. Ultimamente vanno molto di “moda” le telecamerine tipo go-pro montate solitamente alle estremità alari, funzionano molto bene, ma solitamente la loro funzione non è prettamente fotografica ma è quella di pubblicare sui social network la foto delle proprie imprese.
Per quanto riguarda la tecnica di ripresa non differisce più di tanto da quella terrestre. Personalmente dovendo lasciare i comandi per fotografare ho scelto di non fotografare in manuale per motivi pratici di tempo. Uso la macchina come impostata per foto naturalistiche: scatto in raw a priorità di tempi, af-c con esposizione spot e inizialmente imposto un iso a 400 (da valutare se diminuirlo una volta in volo) in modo da avere con un apertura da f9 a f11 sempre un tempo non inferiore a 1/200 perché il micromosso è sempre in agguato, in quanto il volo raramente fila liscio senza scossoni. Potendo essere passeggeri sicuramente si possono fare varie esposizioni valutando la luce nei vari momenti. Naturalmente sarebbe interessante potersi confrontare e collaudare in volo i vari consigli provenienti da fotografi più esperti.
Un discorso a parte si potrebbe fare dei Droni, l’ultima categoria entrata a far parte dell’aviazione. Il loro successo e la rapida espansione dovuto ad un impiego commerciale ha imposto il conseguimento di un particolare brevetto, ideale per foto locali a bassa quota, a meno che non si disponga dei modelli tecnologicamente più avanzati. Qualunque modello utilizzate non vi farà comunque apprezzare la bellezza del volo, quello vissuto a bordo di un velivolo.
Arriviamo ora alla fase “artistica”. Ovviamente ognuno ha la propria visione e la propria foto nella mente ancora prima dello scatto, ma le prime volte che si fotografa in volo si viene presi da un’euforia e si continua a scattare ovunque e comunque, perché la visione dall’alto dà una sensazione di perfetto, pulito, ordinato ma soprattutto diverso. Col tempo, visto le miriadi di foto buttate nel cestino, si imparerà a selezionare e vedere le immagini che una volta riprodotte non daranno nessuna emozione. Il nostro territorio ci dà sicuramente una grossa mano, i piccoli borghi, soprattutto quelli arroccati su piccole colline, sono dei gioielli facili da catturare, ho un ricordo bellissimo di un sorvolo, ahimè senza macchina fotografica, sopra San Geminiano. Bisogna così imparare, poco a poco, a riconoscere particolari che possono risultare interessanti, talvolta bastano le geometrie dei campi coltivati a riservare, con un taglio ed una inquadratura azzeccata, una fotografia interessante od un trattore che taglia a metà un campo lasciando una scia di polvere. La bellezza sta nel fatto che ogni volo è una storia a sé, anche se la destinazione rimane la stessa, ogni volta sarà diverso ed ogni volta potrete trovare un’immagine diversa.
Concludo con una frase di Leonardo da Vinci che dice:
Una volta che avrete imparato a volare, camminerete guardando il cielo,
perché è là che siete stati,
ed è là che vorrete tornare …a fotografare