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E' necessario attendere qualche secondo per il completo caricamento delle immagini !!!
EVOLUZIONE DEL CORREDO: NIKON D72OO

APRILE 2O15 - Ed è arrivata anche la sorellina maggiore della D71OO acquistata pochi mesi fa!!! Questa nuova Reflex Nikon D72OO (in formato ridotto DX) ha davvero migliorato le poche caratteristiche della D71OO che potevano esserlo: ora il Buffer interno consente di scattare fino a 14 immagini consecutive in formato RAW senza entrare in crisi. Il modulo di elaborazione immagini è diventato l'Expeed 4, ereditato direttamente dall'ammiraglia di casa, la favolosa Nikon D4s. L'autonomia della batteria, identica a quella della D71OO già ottima, è stata ulteriormente migliorata. Il sistema autofocus è in grado di lavorare anche in situazioni di scarsa luminosità, garantendo velocità di aggancio del soggetto praticamente al buio! Il tutto con produzione di files privi di rumore, e con un dettaglio impressionanate. L'unico aspetto che ho trovato deludente (...secondo le mie esperienze, e come del resto nella D71OO rimasta identica nelle dimensioni) credo che sia nel formato più piccolo del corpo macchina, rispetto a quelle più vecchiotte di qualche anno fa. La D72OO e la D71OO si impugnano bene, ma la sensazione di solidità che trasmettevano gli altri corpi macchina era tutta un'altra cosa!!! ...naturalmente si tratta di un parere tutto personale.
EVOLUZIONE DEL CORREDO: NIKON D71OO

NOVEMBRE 2O14 - Dopo 7/8 anni di utilizzo del vecchio corpo macchina D3OO da 1O milioni di pixel, una normale "escalation" tecnologica mi ha convinto a fare questo acquisto. Le novità tecniche ed i costanti e continui miglioramenti ad esse collegate non danno tregua. Ed è normale che sia così! Aspettavo, per la verità, una evoluzione dei corpi macchina "vecchio stampo", come il mio. Ma nonostante tanti "rumors" non è arrivato nulla che mi convincesse a cambiare. L'ho fatto con un modello decisamente performante, specialmente se raffrontato alle vecchie sigle da 3 cifre, come appunto era la mia vecchia (...ma gloriosa!) D3OO. Con questo nuovo corpo macchina, tutto da scoprire, i passi avanto sono stati davvero tanti. Migliorata praticamente in tutte le sue funzionalità principali, si avvale di un corposo formato immagine con sensore DX da 24 milioni di pixel. Eliminato il filtro "anti alias" presente sui modelli precedenti, la D71OO si presenta come un autentico gioiellino dalle innumerevoli risorse. Non sto ad elencare ciascuna di loro, ma la sensazione iniziale è quella di un apparecchio non esattamente semplice da gestire; sicuramente da conoscere al meglio per poterne sfruttare tutte le caratteristiche di cui dispone. Impareremo solo con l'uso se le prerogative saranno davvero utilizzabili in pieno. E soprattutto se il modello, che vanta una tropicalizzazione di primo piano, sopporterà le svariate condizioni d'uso cui verrà sottoposta. Pluridiffusa e ad un costo ormai accettabile, la D71OO promette meraviglie, essendo dotata di tecnologie comuni alle ammiraglie di gamma Nikon. Vedremo se la riuscirò a gestire al meglio, come certamente merita!!!
EVOLUZIONE DEL CORREDO: NIKKOR ZOOM 200/500 AF-S VRII

FEBBRAIO 2O17 - In arrivo per una temporanea sostituzione, dovuta ad un piccolo incidente occorso al magnifico NIKKOR ZOOM 80/400. Sapevo che la riparazione mi avrebbe privato per alcuni mesi di un ottica zoom tuttofare, di ottima qualità come il nikkor 80/400. Ed ero sguarnito in alcune delle escursioni focali più interessate al genere di fotografia che pratico. Così si è presentata l'occasione per l'acquisto di questo super tele. Grosso e pesante 2,3 Kg (!!!!) è da considerarsi il fratello minore dell'80/400. E' molto più ingombrante e difficoltoso da gestire, ma fa la sua figura quando viene utilizzato in buone condizioni di luce, e poggiato saldamente su un buon treppiede. Non possiede la qualità ottica dell' 80/400 e neppure la stessa nitidezza. E, del resto, costa quasi la metà del fratellino più piccolo. Si può tranquillamente accoppiare con un moltiplicatore di focale 1,4x. Sconsigliato, a mio parere, l'utilizzo con moltiplicatori più severi, come 1,7x e 2,0x. Ne viene compromessa la qualità finale dell'immagine ottenuta, che si impasta e perde buona parte della nitidezza. Oltre a diventare buio e difficile da gestire seppure con tempi brevissimi. In conclusione si tratta di un obiettivo mediocre, senza lode e senza infamia. Nikon ha progettato questo teleobiettivo con il marcato tentativo di arginare la superiorità di vendita di analoghe ottiche progettate da Sigma e Tamron.
EVOLUZIONE DEL CORREDO: NIKKOR ZOOM 70/200 AF-S - VRII - F:4

NOVEMBRE 2016 - Un'altra voglia secca che mi sono voluto togliere prima del Natale, e dopo un periodo davvero drammatico per la mia salute. Di rientro da un ricovero ospedaliero che mi ha messo veramente in gravi difficoltà. Non potevo uscire di casa per i postumi di una Polmonite che mi ha messo KO per almeno 4 mesi!!!! Rimanendo al regalo che mi sono fatto, direi che si tratta di un grande obiettivo, con una nitidezza fantastica a tutte le focali. Ottimo per le riprese macro, per i ritratti e la fotografia naturalistica a soggetti abbastanza grandi. Non sfigura nemmeno con applicati i moltiplicatori di focale da 1,4x e da 1,7x. Leggero e facilmente trasportabile ha sostituito il mio vecchio zoom Nikkor 70/300 - afs - VRI, con una qualità superiore e nemmeno paragonabile. Unica pecca da riscontrare è che, pur trattandosi di un ottica leggera e facilmente utilizzabile anche a mano libera, manca il collare per l'aggancio al treppiede. Che però viene venduto a parte e che costa un sacco di soldi!!! (...Grazie Nikon!!!) Si aggira facilmente il problema acquistando per poche decine di euro un collare identico a quello originale, e che si trova facilmente su siti come Amazon.it, oppure su eBay.
EVOLUZIONE DEL CORREDO: NIKKOR ZOOM 80/400 AF-S - VRII - F:5,6

FEBBRAIO 2O14 - Troppo presto e ancora troppo poco per valutare questa nuova ottica entrata a far parte del mio corredo. Usato appena una volta, e con condizioni di luce non proprio favorevoli. Le prime impressioni sembrano confermare il positivo giudizio generale che questo maxi-zoom ha prodotto. Non si tratta di un semplice "restyling" del vecchio zoom di pari focale, presentato nel 2000. A 13 anni di distanza NIKON ha riprogettato per intero questo obiettivo, molto ambito dai fotonaturalisti. Ma che non aveva mai ottenuto il successo sperato. Personalmente, in passato, ho utilizzato per svariati anni un favoloso Nikkor AI - ED 400mm - f:5,6. E credo di poter affermare che si trattava di una focale fissa di gran pregio. Nonostante ciò, ho dovuto sacrificarla da tempo, come merce di scambio per l'acquisto di materiale nuovo. Le impressioni d'uso riportate da più parti, non mi hanno mai spinto ad acquistare il vecchio zoom 80/400: non ne ho mai ricevuto grandi lodi! Autofocus lentissimo, e qualità ottica non eccellente. Ma una lunghezza focale da 400mm mi ha sempre interessato. Peccato che Nikon, nel frattempo, non abbia MAI incrementato e modernizzato il suo vecchio modello. (...a parte il supertele luminoso da 400mm - f:2,8 - Pesantissimo e più costoso di una utilitaria!!!) Al contrario di Canon, che ha prodotto ottiche simili, con prezzi accessibili e dalla qualità stratosferica. Da qualche mese è disponibile questa nuova versione dello zoom Nikkor 80/400, e pare che stavolta, Nikon, abbia prodotto un obiettivo di grande qualità. Pur richiedendo prezzi ancora e come sempre, fuori dalla norma: elevatissimi. Vedremo col tempo, e con l'utilizzo, se davvero si tratta di qualcosa di importante. Vi terrò aggiornati!!!
EVOLUZIONE del CORREDO: IL MONITOR per la visualizzazione delle IMMAGINI

Un importante strumento di verifica, indispensabile quanto un buon corredo fotografico, è da considerare il Monitor per la visualizzazione delle immagini prodotte, e per l'eventuale fotoritocco necessario quando si eseguono correzioni di qualunque tipo. E' necessario dotarsi di un monitor di qualità. Non è utile spendere migliaia di euro in attrezzature fotografiche di qualità, ...per poi rivedere le immagini su un qualsiasi prodotto di scarsa categoria! Naturalmente senza arrivare agli estremi (...ci sono monitor che costano migliaia di euro!!!), ma dotandosi di prodotti validi a prezzi ragionevoli. Io utilizzo due monitor di marca EIZO: uno da 24" e il secondo da 22". Li tengo affiancati per il semplice fatto che il più grande viene utilizzato per avere l'immagine pulita, mentre il secondo serve alla visualizzazione delle Palette degli strumenti di Photoshop che in questo modo non si sovrappongono all'immagine che sto visualizzando. Può sembrare una finezza l'utilizzo del secondo monitor, ma vi assicuro che la comodità di lavoro si fa apprezzare. Del resto, anni e anni fa, durante il mestiere che esercitavo quotidianamente su una infinità di immagini, ero dotato di due monitor: un 24" di marca Barco (...che costava tanti milioni ai tempi della Lira!!!) e un più piccolo monitor da 19" marcato Philips. La semplicità d'uso dei due monitor EIZO sta anche nel fatto che non è necessaria la calibrazione periodica, indispensabile invece in altri modelli più professionali. Curatevi della qualità del vostro monitor!!! Perchè si tratta dello strumento finale con cui osserverete i risultati ottenuti, o li mostrerete a chi osserverà le vostre immagini...
IL CAPANNO PER L' OSSERVAZIONE NATURALISTICA.

OTTOBRE 2O13 - Spesso, nella descrizione che accompagna le IMMAGINI riprese presso le MANGIATOIE INVERNALI, faccio riferimento al mio CAPANNO di OSSERVAZIONE. In effetti si tratta di una "location" strategica, piuttosto importante per la mia attività "fotonaturalistica", perchè mi permette di far avvicinare e riprendere alcune specie che non avevo mai avuto modo di fotografare così da vicino. Nonostante la vicinanza con il centro del paese dove abito (Maranello, in Provincia di Modena), il giardino di casa mia, fortunatamente, sembra lontano anni luce dal traffico delle strade che lo circondano. Inoltre, esiste da sempre un "corridoio" verde che comprende orti, giardini, cespugli di vario tipo e piante. E che ha mantenuto il contatto tra la zona dove è situato il mio CAPANNO e le vicinissime colline della Pedemontana. Maranello è situato ad una altezza di circa 350 m. s.l.m., e proprio poco distante da casa mia inizia la zona leggermente collinare caratteristica di queste zone, che si trasformano, proseguendo verso l'Appennino Modenese, in alture più consistenti, con dislivelli decisamente più importanti. La presenza di queste colline, in parte ricoperte da boschi misti, e la conseguente biodiversità ambientale che le caratterizza, sono tra le principali peculiarità che consentono a questi ambienti di ospitare una varietà di specie animali, soprattutto di Avifauna, davvero notevole e impensabile. Il CAPANNO, che ho costruito ormai una decina di anni fa, misura 2.50m x 1.70m ed è alto, al suo apice, circa 1.90m. E' completamente in legno., e poggia su una piazzola di cemento armato che ho fatto realizzare appositamente. E' stato progettato per ospitare 2/3 persone abbastanza comodamente, ed è andato sempre più migliorando a livello di comfort interno. Una delle ultime e più importanti acquisizioni riguarda una stufa a Gas, necessaria per poter sostare all'interno della struttura anche con temperature "polari". Purtroppo, nel corso degli anni, il CAPANNO ha subito anche una serie di incidenti incredibili, (...come, ad esempio, una imprevista alluvione che ha portato un metro abbondante d' acqua in tutta l'area del cortile!!!) che ne hanno ridotto le potenzialità. Tuttavia, dopo i necessari interventi di recupero, ha ripreso a svolgere il suo compito abbastanza agevolmente. Naturalmente su ogni lato sono presenti più "feritoie" per le riprese fotografiche, posizionate ad altezze diverse e opportunamente mascherate con reti mimetiche. E' importante sottolineare che, buona parte dell'intera struttura, è stata modificata e migliorata utilizzando esclusivamente assi di legname di recupero! Alcuni amici fotonaturalisti lo hanno provato più volte, riportandone impressioni positive. Il merito non è, ovviamente, solo del CAPANNO!!! ...bensì della straordinaria varietà di specie osservabili e fotografabili agevolmente, rimanendo, quasi invisibili, al suo interno. Di seguito potete vedere alcune IMMAGINI che lo documentano anche nei particolari più o meno curiosi.
LE "RESPONSABILITA'" DELLA GAZZA LADRA - (Pica pica) - RIFLESSIONI SEMI-SERIE

Mi è capitato, più di una volta, di soffermarmi a parlare della mia passione per la Fotonaturalistica anche con chi non conosce per nulla la pratica. Ho sempre cercato di diffondere il concetto basilare dell'Etologia animale, secondo cui non esistono animali "utili" e animali che non lo sono. Questa convinzione, purtroppo non ancora superata, fa parte di una visione "antropocentrica" per la quale l'uomo può disporre di ogni bene disponibile sul Pianeta Terra. Decidendo in modo del tutto arbitrario cosa gli è utile e cosa invece dev'essere debellato ad ogni costo. Chi è appassionato di Etologia e conosce il comportamento animale lo sa benissimo. Partendo da questa semplice considerazione, non è invece altrettanto semplice spiegare, (o tentare di farlo...) che la Gazza (Pica pica) non è la sola responsabile del calo vertiginoso di altre specie ornitiche a cui indubbiamente stiamo assistendo. Ma che è stata coinvolta come co-protagonista da un comportamento esclusivamente umano. E' stato infatti proprio l'uomo che, con le sue scellerate, immense e continue modifiche apportate al territorio, agricolo e urbano, ha involontariamente finito col favorire proprio le specie come i Corvidi, a cui appartiene la Gazza. Le nostre campagne sono state spogliate di tutto quanto faceva Biodiversità: rasi al suolo alberi e siepi, ormai troppo fastidiosi per gli attuali sistemi meccanici di aratura, semina e raccolta. Sono stati abbattuti i "Frutteti", ormai non remunerativi. Per recuperare terreno coltivabile si sono prosciugati i "Maceri", che un tempo erano disseminati ovunque nelle nostre campagne, e che rappresentavano degli "ecosistemi" preziosi, essenziali per tante specie animali oggi a rischio. Si sono cementificate le rive dei canali: Animali e piante si sono visti sottrarre sempre più territorio e spazio vitale, indispensabili.
Il discorso sarebbe naturalmente più lungo e articolato, ma non voglio annoiare oltre chi legge. Ritornando alla nostra Gazza, ebbene, essa è proprio una di quelle specie che meglio si è adattata all'impoverimento ambientale di cui abbiamo parlato. E che non avendo competitori alimentari, ha potuto riprodursi senza alcuna difficoltà, aumentando di numero in maniera vistosa. Colonizzando e occupando ogni ambiente, urbano o agricolo, indifferentemente. Questa è la sua unica ed inconsapevole responsabilità, se così si può dire. Da questo al farla diventare "LADRA" per definizione, così come in tanti si ostinano a chiamarla...bhè, direi che c'è parecchia differenza!!! Qui non si sta parlando di POLITICA...la Gazza non se ne occupa. Pertanto, ...ce ne sarà pure qualcuna rimasta ONESTA, non credete ??? Chiamiamola semplicemente GAZZA!!!
Il discorso sarebbe naturalmente più lungo e articolato, ma non voglio annoiare oltre chi legge. Ritornando alla nostra Gazza, ebbene, essa è proprio una di quelle specie che meglio si è adattata all'impoverimento ambientale di cui abbiamo parlato. E che non avendo competitori alimentari, ha potuto riprodursi senza alcuna difficoltà, aumentando di numero in maniera vistosa. Colonizzando e occupando ogni ambiente, urbano o agricolo, indifferentemente. Questa è la sua unica ed inconsapevole responsabilità, se così si può dire. Da questo al farla diventare "LADRA" per definizione, così come in tanti si ostinano a chiamarla...bhè, direi che c'è parecchia differenza!!! Qui non si sta parlando di POLITICA...la Gazza non se ne occupa. Pertanto, ...ce ne sarà pure qualcuna rimasta ONESTA, non credete ??? Chiamiamola semplicemente GAZZA!!!
ACCESSORI FOTOGRAFICI : I FILTRI A DENSITA' NEUTRA (ND)

Tra gli innumerevoli accessori fotografici disponibili, indispensabili e utili per ogni genere di ripresa, ve ne sono alcuni più specifici. Tra questi ultimi vanno considerati i Filtri a Densità Neutra. Vediamo di capire, semplicemente, qual'è la loro funzione e come si utilizzano. Realizzati con vetro ottico Grigio neutro, e con densità più o meno accentuata, questi filtri consentono di allungare notevolmente il tempo di scatto, necessario ad ottenere una corretta esposizione della scena inquadrata. In questo modo è possibile ottenere effetti di movimento molto pronunciati, pur mantenendo la completa leggibilità dei soggetti fermi. Nel caso delle immagini postate qui a fianco e sotto, come esempio, è evidente il risultato "filante" dell'acqua del torrente, che scorreva impetuosa, mentre il resto dell'inquadratura è perfettamente nitido e congelato. Al di là dei tentativi necessari per ottenere una giusta esposizione, va detto che è indispensabile l'uso del cavalletto. Sarebbe infatti impossibile utilizzare i tempi di posa lunghissimi (...anche di svariate decine di secondi!) necessari ad ottenere un simile effetto. Bastano comunque alcune prove per rivedere il risultato nel display della reflex, e apportare le necessarie correzioni a tempi e diaframma. Lo stesso risultato di movimento "filante" si può ottenere, con risultati altrettanto interessanti, riprendendo il passaggio e il movimento delle nuvole. Che appariranno, così come l'acqua dei torrenti, delle cascate o delle fontane, con un aspetto "setoso e fluido". Non ci sono particolari difficoltà, se non quella di una corretta messa a fuoco nel mirino della reflex, reso difficile dall'oscuramento della scena ripresa con il filtro montato. E' opportuno quindi preparare composizione e messa a fuoco, naturalmente in manuale, con la reflex ben salda sul treppiede: dopodicchè si avvita il filtro all'ottica e si esegue la ripresa utilizzando, preferibilmente, uno scatto remoto: ed il gioco è fatto!!! A patto però di non esagerare. Questo tipo di immagine infatti è, a mio parere, un pò inflazionato, ma qualche esperimento si può ancora fare...divertendosi!!! I filtri ND esistono di varie densità e diametro, e sono sovrapponibili fra loro, al fine di variarne l'effetto e l'efficacia finale, in base al risultato che si desidera. Vengono prodotti da varie marche, più o meno famose, ed il loro costo varia da poche decine di euro fino a cifre ben più importanti. Quelli di marche meno note, ma generalmente meno costosi, possono produrre sulle immagini finali delle dominanti cromatiche più o meno evidenti. Ma comunque facilmente eliminabili in post-produzione.
Nikon D300 - Nikkor Zoom 18/70 - Time: 25" - f:11 - ISO 100 + Hoya ND 8X + Tripod + Scatto remoto - Meteo: Nuvoloso/variabile con leggera pioviggine - VAL DI RABBI (TN)
Disavventure tecniche : LA SCHEDA GRAFICA - Come aggiornarla e con quale?

E così, improvvisamente, i due Monitor EIZO della mia postazione di fotoritocco hanno smesso di funzionare!!! O meglio, ha smesso di funzionare la GPU (Scheda grafica) del mio MacPro. So che queste cose possono accadere, ma quando succede è sempre una brutta disavventura. Mi sono rivolto ad un centro di assistenza autorizzato Apple di Modena, tale DATATRADE... Ma mi sono subito reso conto che, pur essendo il negozio classificato come Apple Premium Reseller (???) da ormai due settimane sto aspettando inutilmente notizie che non mi arriveranno mai: Incompetenti e pure maleducati! Sono convinto che nessuno di loro abbia mai visto un MacPro aperto. E questo la dice lunga su Assistenza e Professionalità. Nonostante affermino di offrirle entrambe. Se non vi serve un Tablet o un iPhone...statene alla larga!!! Così mi sono dato da fare per procurarmi la scheda necessaria alla sostituzione, dopo aver faticato, non poco, a trovare notizie certe su quale fosse compatibile. Il mercato non offre più tanto per le macchine un pò datate, ed il mio MacPro è del 2008: 4 anni di vita che nel mondo dei computer significano differenze epocali enormi. E del resto la tendenza è quella di sostituire i modelli di PC con altri più recenti, nonostante le macchine professionali dovrebbero garantire una longevità maggiore, proprio per la possibilità di sostituire ogni componente...con altri, esistenti e differenziati secondo le esigenze dell'utente finale... Così dovrebbe essere.
Già! ...ma se poi la Apple NON mette a disposizione i componenti di ricambio, ...cosa si è portati a insinuare? In effetti, così vorrebbe essere: non trovando il ricambio disponibile, anche gli utenti Pro ( ...con Computer che costavano oltre 2.500 euro appena 4 anni fa... ) si vedono costretti a sostituire le loro macchine. ...Ma, dico...stiamo scherzando??? Questo è un'altro triste atteggiamento solo italiano: Apple Italia si è presto adattata al Paese dei Balocchi. Si, perchè, badate bene, non è così dappertutto. Sugli altri Apple Store europei si trovano ancora (e così deve essere!) tutti i componenti e i ricambi anche delle macchine più vecchie come la mia. Per fortuna. E così sto aspettando l'arrivo di una nuova scheda grafica che ho acquistato sull'Apple Store in IRLANDA. Non avessi perso tempo in chiacchiere con gli "esperti" del negozio APPLE di Modena, e con tutti gli altri "buontemponi" dell' APPLE Store Italia ...avrei già la scheda grafica nuova e installata, senza problemi. Mi è comunque stata utile anche questa esperienza negativa: per disaffezionarmi sempre più al marchio APPLE ...che un tempo faceva ottimi computer. Ma che ormai è sempre più sinonimo di apparecchiature da "Fighetti". APPLE è lontana, ...lontanissima anni luce dalle esigenze di un mondo professionale che tanto ha contribuito, in passato, a valorizzare i suoi Computer MacPro. Gli stessi che ora andrebbero semplicemente "ROTTAMATI", nonostante la loro indiscussa validità. Magari per sostituirli con un ben più attraente iPad! - "...Ma mi faccia il piacere !!!" - come diceva in un suo film TOTO'...!!! - E scusatemi per lo sfogo!
Già! ...ma se poi la Apple NON mette a disposizione i componenti di ricambio, ...cosa si è portati a insinuare? In effetti, così vorrebbe essere: non trovando il ricambio disponibile, anche gli utenti Pro ( ...con Computer che costavano oltre 2.500 euro appena 4 anni fa... ) si vedono costretti a sostituire le loro macchine. ...Ma, dico...stiamo scherzando??? Questo è un'altro triste atteggiamento solo italiano: Apple Italia si è presto adattata al Paese dei Balocchi. Si, perchè, badate bene, non è così dappertutto. Sugli altri Apple Store europei si trovano ancora (e così deve essere!) tutti i componenti e i ricambi anche delle macchine più vecchie come la mia. Per fortuna. E così sto aspettando l'arrivo di una nuova scheda grafica che ho acquistato sull'Apple Store in IRLANDA. Non avessi perso tempo in chiacchiere con gli "esperti" del negozio APPLE di Modena, e con tutti gli altri "buontemponi" dell' APPLE Store Italia ...avrei già la scheda grafica nuova e installata, senza problemi. Mi è comunque stata utile anche questa esperienza negativa: per disaffezionarmi sempre più al marchio APPLE ...che un tempo faceva ottimi computer. Ma che ormai è sempre più sinonimo di apparecchiature da "Fighetti". APPLE è lontana, ...lontanissima anni luce dalle esigenze di un mondo professionale che tanto ha contribuito, in passato, a valorizzare i suoi Computer MacPro. Gli stessi che ora andrebbero semplicemente "ROTTAMATI", nonostante la loro indiscussa validità. Magari per sostituirli con un ben più attraente iPad! - "...Ma mi faccia il piacere !!!" - come diceva in un suo film TOTO'...!!! - E scusatemi per lo sfogo!
Gli strumenti indispensabili: Accessori fotografici - UN CAVALLETTO ADEGUATO

Dopo aver valutato attentamente le caratteristiche tecniche relative ai vari componenti da utilizzare (Corpo macchina+Testa a bilanciere+Teleobiettivo+Battery pack+TC) mi sono reso conto che il mio precedente cavalletto, un Manfrotto 055C, non si adattava perfettamente alle mie esigenze. Pur trattandosi di un prodotto molto robusto e diffuso tra i fotonaturalisti, mi è sembrato inadeguato all'uso che ne avrei voluto fare. Infatti, nonostante la testa a bilanciere Benro Gimball GH2, le vibrazioni trasmesse anche dal più piccolo movimento si ripercuotevano sulla qualità degli scatti. Pur sapendo di non dover alzare completamente la colonna centrale, e pur limitando l'altezza delle gambe allo stretto necessario, l'impressione di instabilità era costante. Del resto il peso delle nuove attrezzature sfiora i 6Kg abbondanti, e il Manfrotto 055C aveva la portata per un carico massimo di 8Kg. Così mi è sembrato necessario procurarmi qualcosa di meglio dimensionato. Dopo qualche ricerca sui Forum che frequento, e numerosi validi consigli ottenuti, ho scelto un Benro C2570F in carbonio. In questo modello il carico massimo dichiarato è di 12Kg, mentre il peso è di appena 1,4Kg. Le gambe hanno 3 sezioni, e questo garantisce una maggiore solidità anche alla loro massima estensione. Viene fornito con la sacca di trasporto a tracolla, ed un kit per la sostituzione dei piedini, che in origine sono quelli gommati. Il sistema di serraggio delle gambe è robusto e facile da utilizzare, di tipo Flip-Lock, che io preferisco a quello a rotazione (Quik-Lock) tipo Gitzo. Le prove che ho potuto fare con la combinazione usuale (corpo macchina+teleobiettivo+testa a bilanciere) mi hanno confermato la solidità e la robustezza che cercavo in un treppiede. Si tratta di un oggetto ottimamente costruito, con ben 8 strati di fibra di Carbonio sovrapposti e intrecciati, così da garantire la maggiore rigidità possibile. Naturalmente non è da considerare al livello dei ben più blasonati Gitzo. Ed infatti questo Benro C257F si colloca in una fascia di prezzo nettamente inferiore. Tuttavia l'impressione d'uso è ottima, e spero che mi durerà a lungo.
Disavventure tecniche: ... Un diaframma bloccato !!!

Questa ve la voglio proprio raccontare! Qualche settimana fa, dopo aver provato il nuovo 500mm AF S VRII acquistato di recente, ed essermi reso conto della sua indubbia qualità, ho pensato di concretizzare la vendita del mio vecchio teleobiettivo Nikkor: Un 500mm AI - P ED f:4 - che mi ha seguito per tanti anni, in svariate situazioni di ripresa. E che mi ha dato tantissime soddisfazioni fotografiche. Di indubbia qualità costruttiva, non ha mai dato nessun segno del benchè minimo problema. Del resto ho sempre cercato di trattarlo nel migliore dei modi possibili, curandolo dopo ogni uscita in maniera "maniacale", ripulendolo prima di riporlo nel suo bauletto, soffiando via la polvere e quant'altro ritenessi doveroso fare nei confronti del mio più "importante" investimento fotografico. Per quanti non lo conoscessero, c'è da dire che, all'epoca della sua presentazione (...mi pare che fosse il 1988!) questo teleobiettivo era quanto di più moderno gli ingegneri Nikon avessero progettato fino ad allora. Era infatti dotato di una CPU che gli consentiva di dialogare anche con i corpi macchina più moderni, ricavandone precise informazioni sul modo di esposizione impostata, oltre ad una serie di dati necessari al suo funzionamento. Per l'uso sulle fotocamere moderne, autofocus, come la mia attuale D300, era necessario bloccare, con un apposito pulsantino, il diaframma alla sua apertura minima (f:22) per consentirne la corretta funzione. Proprio questa operazione, prolungata nel tempo, ha provocato un "blocco" piuttosto serio del diaframma, (...che non si posizionava più sull'apertura selezionata!) e di cui si è reso conto solo il negoziante, un vero esperto, al momento delle verifiche necessarie prima dell'acquisto!!! E meno male che se ne è accorto.(!) ...Ma lascio a voi immaginare il mio imbarazzo.
Al di là del fatto che, per la vergogna, mi sono sentito sprofondare...ho subito pensato che, se avessi venduto quel tele ad un qualunque acquirente privato, pur se in buona fede, mi sarei ritrovato un mare di rogne insospettabili e inaspettate!!! La sorpresa è stata tanta e più che giustificata...perchè l'obiettivo, anche a detta del negoziante, era bellissimo da vedere e si capiva la cura con cui era sempre stato trattato. Ma quel problema improvviso lo rendeva inutilizzabile, almeno senza una opportuna e adeguata riparazione. Ed anche qui, per me, sarebbero stati grossi guai: infatti non avrei saputo neppure a chi rivolgermi per farlo riparare! Naturalmente, per farla breve e non annoiarvi oltre...alla fine ho venduto al negoziante il mio vecchio tele. Naturalmente con un vistoso calo di prezzo, che comprendeva così il costo della indispensabile riparazione. Ed ho imparato, una volta per tutte, a non lasciare mai più il diaframma bloccato alla sua apertura minima per lungo tempo!!! Mi hanno spiegato, infatti, che è stata proprio quella circostanza a procurare il malefico blocco delle lamelle. Ma io non ci avevo mai pensato! Così,...appena arrivato a casa, ho provveduto subito a sbloccarla su tutti gli altri obiettivi del mio corredo!!! ...E adesso mi sento più tranquillo. Ma è stata una brutta esperienza, pagata a caro prezzo.
Al di là del fatto che, per la vergogna, mi sono sentito sprofondare...ho subito pensato che, se avessi venduto quel tele ad un qualunque acquirente privato, pur se in buona fede, mi sarei ritrovato un mare di rogne insospettabili e inaspettate!!! La sorpresa è stata tanta e più che giustificata...perchè l'obiettivo, anche a detta del negoziante, era bellissimo da vedere e si capiva la cura con cui era sempre stato trattato. Ma quel problema improvviso lo rendeva inutilizzabile, almeno senza una opportuna e adeguata riparazione. Ed anche qui, per me, sarebbero stati grossi guai: infatti non avrei saputo neppure a chi rivolgermi per farlo riparare! Naturalmente, per farla breve e non annoiarvi oltre...alla fine ho venduto al negoziante il mio vecchio tele. Naturalmente con un vistoso calo di prezzo, che comprendeva così il costo della indispensabile riparazione. Ed ho imparato, una volta per tutte, a non lasciare mai più il diaframma bloccato alla sua apertura minima per lungo tempo!!! Mi hanno spiegato, infatti, che è stata proprio quella circostanza a procurare il malefico blocco delle lamelle. Ma io non ci avevo mai pensato! Così,...appena arrivato a casa, ho provveduto subito a sbloccarla su tutti gli altri obiettivi del mio corredo!!! ...E adesso mi sento più tranquillo. Ma è stata una brutta esperienza, pagata a caro prezzo.
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Gli strumenti indispensabili: Accessori fotografici - LA TESTA A BILANCIERE

Con l'arrivo del nuovo teleobiettivo, naturalmente, ho dovuto correre ai ripari per quanto riguarda gli accessori necessari ad utilizzarlo al meglio. Ero già preparato con un treppiede adeguato, ed una (...indispensabile, a mio parere) testa a bilanciere. Ma non avevo considerato la staffa che diventa necessaria per agganciare il "mostro" al treppiede. O meglio, non avevo ciò che serviva. Il mio vecchio 500 mm Nikkor ED A - P f:4 era dotato di un collare con staffa piuttosto ampia, che richiedeva una piastra di aggancio al treppiede, del tipo Arca Swiss, di appena 10 cm (!!!) e con due punti vite. Quello nuovo, essendo più grosso, pesante e dotato di tre punti vite, richiede una piastra da ben 15 cm!!! Per poter assicurare la perfetta tenuta degli agganci, e non correre nessun inutile rischio, mi sono procurato una piastra adeguata della Benro, attraverso un sito di vendita francese molto affidabile. (www.photoaddict.fr) La piastra mi è arrivata da poco, e non mi ha ancora consentito di provare il tele con le giuste condizioni di sicurezza. Farò sicuramente dei test il più possibile accurati per valutare il nuovo acquisto, ma sono certo che gli accessori di contorno, necessari al suo corretto utilizzo, siano altrettanto importanti. E quindi ho preferito attendere di avere ciò che mi serve. La testa a bilanciere, di marca BENRO - GIMBALL GH2 si è mostrata l'ideale per questo tipo di ottiche super pesanti. Naturalmente, ne esistono di altre marche, più diffuse e blasonate. La mia è stata acquistata tempo fa ad un costo ragionevole, e non me ne sono mai pentito! Avendola utilizzata in passato per altri teleobiettivi simili, ha conquistato da tempo la mia fiducia, mostrandosi affidabile e adattissima allo scopo: le teste a bilanciere, infatti, mostrano e danno il meglio di sé proprio con i teleobiettivi più pesanti e impegnativi.
La loro particolare caratteristica, basata sul baricentro e la centratura del complesso corpo macchina+obiettivo, fa sì che il tutto diventi leggero e gestibile come una piuma. Nonostante il peso in gioco, molto spesso vicino o superiore ai 5/6 Kg e oltre, il tutto si trasforma in un sistema preciso e facile da gestire con precisione. Non saprei più fare a meno di questo sistema, e lo consiglio a quanti avessero le stesse problematiche da gestire.
La loro particolare caratteristica, basata sul baricentro e la centratura del complesso corpo macchina+obiettivo, fa sì che il tutto diventi leggero e gestibile come una piuma. Nonostante il peso in gioco, molto spesso vicino o superiore ai 5/6 Kg e oltre, il tutto si trasforma in un sistema preciso e facile da gestire con precisione. Non saprei più fare a meno di questo sistema, e lo consiglio a quanti avessero le stesse problematiche da gestire.
Evoluzione del corredo: Un sogno finalmente realizzato - NIKKOR 500 AF VRII f:4

APRILE 2O12 - Ci sono finalmente riuscito: ho fra le mani il nuovissimo super teleobiettivo Nikkor 500 mm - AF S - f:4 G - VR II che desideravo da anni, per colmare il "gap tecnico" dovuto all'età che avanza e alla vista che cala!!! Scherzi a parte, desideravo da tempo uno di questi moderni mostri autofocus, perchè ritengo che siano diventati veramente importanti per realizzare immagini di una certa qualità. Probabilmente non riuscirò ad ottenere subito risultati validi, perchè il peso del "bestione" raggiunge quasi i 4kg. Ma sicuramente adesso avrà più senso tentare di riprendere quei soggetti in volo che finora, con il mio seppur amatissimo 500 AI P - ED f:4 - manual focus, (...ormai inesorabilmente destinato alla vendita, ahimè!!!) non tentavo nemmeno di inquadrare. L'operazione economica non è stata completamente indolore. Infatti mi sono dovuto privare (...come sempre!) di parecchia attrezzatura per poter realizzare la somma richiesta dall'acquisto. Naturalmente, e per fortuna, si tratta di materiale che non utilizzavo quasi più, e che non influirà su quanto mi serve per continuare a fare foto. La scelta di questa lunghezza focale (...che già stavo utilizzando) mi è sembrata ideale per una serie di caratteristiche generali, comuni alla versione precedente: in primo luogo la trasportabilità. Che consente di muoversi abbastanza agevolmente con appresso questo cannone. Grande sì, ma non quanto il suo fratellone maggiore da 600 mm - f:4 che raggiunge però quasi 6Kg di peso!!! Mentre rimane leggermente superiore di peso al 300 mm - f:2,8 che però considero troppo corto come lunghezza focale. Non ho preso in considerazione il mastodontico e costosissimo 400 mm - f:2,8 che considero inadatto alla fotonaturalistica, perchè comunque ancora troppo corto e pesantissimo. Ora non mi resta che fare tutte le prove necessarie per acquisire "confidenza" con un ottica seriamente professionale, e con tutte le carte in regola per offrire risultati all'altezza del suo blasone. Dalle numerose informazioni che ho cercato e ottenuto, il Nikkor 500 mm - AF S - F.4 G - VR II pare infatti essere il "Principe" della fotonaturalistica, ed è accompagnato da commenti più che positivi, da parte dei numerosissimi fotografi che lo utilizzano in tutto il mondo. Sono certo che ci vorrà un pò di tempo, ma mi aggiungerò anch'io a quella schiera di fotografi entusiasti e molto più smaliziati di me. Almeno spero! :-)
Le mangiatoie e la loro importanza: Come, quando e perchè - SUGGERIMENTI

La stagione invernale rappresenta per la fauna selvatica e gli uccelli stanziali un pericoloso nemico da superare e combattere per sopravvivere. Con l'arrivo del freddo e delle nevicate, per la quasi totalità delle specie, il problema più serio è rappresentato dalla ricerca indispensabile del cibo. Gli uccelli faticano parecchio per riuscire a trovarne, perchè naturalmente si cela tutto sotto la coltre di neve, risultando perciò irraggiungibile e indisponibile. Questa condizione meteo, che può durare anche per svariati giorni, provoca ogni inverno la morte di centinaia di individui di ogni specie non migratoria. Si può ritenere che questa sia una situazione "naturale", di selezione, e certamente lo è. Tuttavia è possibile alleviare questo problema, seppure in parte, con accorgimenti semplici e alla portata di chiunque dotato di costanza e buona volontà. Con l'installazione di apposite mangiatoie potremo fornire, per tutto il periodo invernale, cibo di varia natura ai nostri amici pennuti. La questione più importante da ricordare sempre sta nel fatto che i nostri "ospiti alati", si ricorderanno del cibo che gli abbiamo offerto, e vi faranno affidamento costantemente. Questo significa che si avvicineranno sempre più alle nostre mangiatoie, con la certezza di trovarvi del cibo. E dovrà essere così!!! Da qui nasce l'importanza e la consapevolezza per quanto stiamo facendo: interrompere (per qualunque motivo) la fornitura di cibo... condannerebbe a morte certa una buona maggioranza degli uccelli che se ne sono serviti in precedenza!!! Se si decide di inziare questa utilissima prassi di alimentazione presso le mangiatoie, bisogna tener conto di questa realtà. Nel dubbio sulla possibile continuità della fornitura di cibo, ...è meglio non cominciarla nemmeno.
Tenendo conto che, d'inverno, anche le specie insettivore si adattano a mangiare di tutto, vediamo alcuni alimenti che sono particolarmente indicati ad essere somministrati nella stagione invernale, e che risultano graditi a svariate specie di uccelli.
Fra i più importanti, perchè particolarmente calorici, ci sono sicuramente il BURRO, il LARDO e lo STRUTTO: si trovano facilmente in ogni supermercato, ed è possibile aggiungervi semi di girasole, misto di granaglie per canarini, biscotti sbriciolati. L'impasto che ne deriva è facilmente posizionabile sui rami e sui tronchi degli alberi, restando disponibile anche in caso di forti nevicate. A seguire, ma non certo meno appetibili, ci sono vari tipi di sementi e granaglie: per esempio i Semi di girasole. Questi sono infatti graditi alla maggior parte degli uccelli, contenendo un seme ricco di olio, particolarmente proteico e ricercato. Per il resto possono andar bene le normali miscele di granaglie in vendita in ogni negozio di alimenti per animali: misto per Canarini, misto per Cocorite/Inseparabili o per uccelli insettivori da voliera. Suggerisco, a completare questo variegato menù, alcune prelibatezze che entusiasmeranno i nostri ospiti senza distinzione, e che non dovrebbero mai mancare: le Arachidi ( Noccioline americane, sgusciate o appese in collane e lasciate intere ) e i Pinoli faranno la gioia di Cinciarelle e Cinciallegre, ma anche di tutte le altre specie presenti. Vedrete che non andrà sprecato nulla di quanto offrirete!!! In tal modo, oltre ad aiutare concretamente i nostri amici uccellini, si potranno osservare e fotografare, presso le mangiatoie, tantissime specie che normalmente non si avvicinano mai più di tanto. L'invito a preparare delle postazioni con mangiatoie invernali viene suggerito ed incoraggiato anche dalle associazioni protezionistiche come la LIPU ed il WWF. Con particolare attenzione alle classi delle scuole elementari e medie. Trattandosi infatti di un impegno duraturo e coinvolgente, serve a educare e a favorire il rispetto, la conoscenza della natura e delle sue ricchezze, anche attraverso questa semplice attività. Sviluppando la crescita di un concreto senso di responsabilità, necessario anche fra le nuove generazioni. Indispensabile "sempre" nei confronti di tutti gli animali e della natura stessa.
Tenendo conto che, d'inverno, anche le specie insettivore si adattano a mangiare di tutto, vediamo alcuni alimenti che sono particolarmente indicati ad essere somministrati nella stagione invernale, e che risultano graditi a svariate specie di uccelli.
Fra i più importanti, perchè particolarmente calorici, ci sono sicuramente il BURRO, il LARDO e lo STRUTTO: si trovano facilmente in ogni supermercato, ed è possibile aggiungervi semi di girasole, misto di granaglie per canarini, biscotti sbriciolati. L'impasto che ne deriva è facilmente posizionabile sui rami e sui tronchi degli alberi, restando disponibile anche in caso di forti nevicate. A seguire, ma non certo meno appetibili, ci sono vari tipi di sementi e granaglie: per esempio i Semi di girasole. Questi sono infatti graditi alla maggior parte degli uccelli, contenendo un seme ricco di olio, particolarmente proteico e ricercato. Per il resto possono andar bene le normali miscele di granaglie in vendita in ogni negozio di alimenti per animali: misto per Canarini, misto per Cocorite/Inseparabili o per uccelli insettivori da voliera. Suggerisco, a completare questo variegato menù, alcune prelibatezze che entusiasmeranno i nostri ospiti senza distinzione, e che non dovrebbero mai mancare: le Arachidi ( Noccioline americane, sgusciate o appese in collane e lasciate intere ) e i Pinoli faranno la gioia di Cinciarelle e Cinciallegre, ma anche di tutte le altre specie presenti. Vedrete che non andrà sprecato nulla di quanto offrirete!!! In tal modo, oltre ad aiutare concretamente i nostri amici uccellini, si potranno osservare e fotografare, presso le mangiatoie, tantissime specie che normalmente non si avvicinano mai più di tanto. L'invito a preparare delle postazioni con mangiatoie invernali viene suggerito ed incoraggiato anche dalle associazioni protezionistiche come la LIPU ed il WWF. Con particolare attenzione alle classi delle scuole elementari e medie. Trattandosi infatti di un impegno duraturo e coinvolgente, serve a educare e a favorire il rispetto, la conoscenza della natura e delle sue ricchezze, anche attraverso questa semplice attività. Sviluppando la crescita di un concreto senso di responsabilità, necessario anche fra le nuove generazioni. Indispensabile "sempre" nei confronti di tutti gli animali e della natura stessa.
La fotografia digitale: Gli "attrezzi" del mestiere - I TELEOBIETTIVI

Spesso chi osserva le nostre immagini, e magari non pratica questo genere di fotografia, rimane incuriosito dai risultati ottenuti. Non tanto per la validità della foto, quanto per capire come si è riusciti ad ottenerla. A questo proposito, le domande che ci vengono rivolte possono essere le più varie immaginabili. Fra tutte, la più frequente, riguarda la distanza a cui eravamo dal soggetto ripreso al momento dello scatto. E la risposta, naturalmente, pur variando ad ogni occasione, si può tranquillamente sintetizzare con la più semplice: lontano!...il più delle volte, molto lontano! Gli animali selvatici, infatti, difficilmente accettano di avvicinarsi all'uomo, qualunque siano le sue intenzioni. Tuttavia esistono delle tecniche di appostamento per far sì che l'animale da fotografare si avvicini il più possibile alla portata dei nostri teleobiettivi, naturalmente a sua insaputa. Questa pratica, come ho già spiegato altrove, richiede una discreta conoscenza dell'ambiente e della specie che si desidera fotografare, ma da sola non può bastare. E' necessario dotarsi, oltre che di tanta pazienza, di attrezzature all'altezza della situazione e di qualità assoluta. Per esperienza personale so bene che le ottiche non di "qualità" vanificano sacrifici e appostamenti di ore. Ho provato personalmente obiettivi economici, con risultati disastrosi, che mi hanno fatto desistere dal loro uso. Purtroppo è anche vero che la qualità ha un prezzo decisamente elevato. Molte di queste ottiche, infatti, hanno il costo simile a quello di una piccola utilitaria, e per molti questo significa cifre proibitive. Tuttavia si deve anche tener conto del fatto che, un obiettivo "supertele" davvero di rango, dura praticamente per tutta la vita. Inoltre è necessario sapere che il suo utilizo non è semplice e immediato, ma richiede una grande pratica sul campo, oltre che il supporto di un treppiede robusto, in grado di sostenere stabilmente oltre 4 kg di peso, se non di più! Troverete ovunque pareri, recensioni e prove delle ottiche più blasonate e utilizzate dai professionisti. Forum e riviste di settore affrontano spesso il discorso che riguarda la validità di un marchio piuttosto che un altro. Naturalmente, a livelli così elevati, la qualità dei prodotti è stratosferica in ogni caso. E si equivale per ogni marchio che produce simili oggetti. Nella qualità, e di conseguenza, anche nel costo. Fortunatamente esiste anche un discreto mercato dell'usato, che, a volte, consente l'acquisto di obiettivi di pregio, a prezzi più ragionevoli. Pertanto l'unico consiglio che mi sento di suggerire, al di là di scegliere (...ovviamente) secondo il marchio che già si possiede, è proprio quello di seguire i mercatini dell'usato che si trovano su alcune riviste di fotografia. Oppure, meglio ancora, di rivolgersi ad un rivenditore di fiducia, che ci consenta la visione diretta dell'ottica desiderata, e ci offra la possibilità di provarla prima di valutare l'acquisto.
La fotografia digitale: Hardware e Software - INTRODUZIONE

La fotografia digitale ha costretto numerosi fotografi, per lo più provenienti dal mondo analogico della pellicola, a confrontarsi con un aspetto importante nello sviluppo dei propri scatti digitali. Il flusso di lavoro, che ci consente di visualizzare le immagini riprese dalla reflex e di gestirle al meglio attraverso il nostro computer, rappresenta (...in molti casi, non sempre) una difficoltà e una responsabilità maggiori di quanto non lo fossero prima.
E questo per svariate ragioni. Un tempo, non appena riavvolto il rullino delle nostre diapositive, la nostra responsabilità finiva: ci si rivolgeva al laboratorio di fiducia, e si apettava per alcuni giorni di entrare in possesso delle diapositive intelaiate, o delle stampe richieste. In pratica, dopo lo scatto, le nostre possibilità di intervento su quel rullino erano pressochè nulle. Se avevamo fatto buoni scatti, tutto ok...ma se qualcosa era andato storto a nostra insaputa...non ci potevamo fare più nulla! Una diapositiva restava quella: inquadratura, esposizione errata, orizzonte storto...non c'era rimedio. (...a parte, ovviamente far stampare quelle dia correggendo gli errori quando possibile, con un esborso in quattrini non indifferente!) Ecco allora, ancora una volta, l'importanza della preparazione dello scatto. Con lo studio della composizione, la perfetta esposizione della scena, la visualizzazione di quanto andavamo a riprendere. E la certezza che nel rullino ci stavano al massimo 36 pose da utilizzare con parsimonia! ...Qualcuno di noi ricorda ancora, con orrore, la fine di un rullino durante lo svolgimento di una scena che meritava altre decine di scatti!!! Con la fotografia digitale tutto ciò può essere facilmente superato. Le attuali schede di memoria hanno capacità sempre maggiori e ci consentono un'autonomia di ripresa praticamente infinita. Mentre la maggior parte dei fotografi ha imparato a gestire il dopo scatto con software complessi, e computer sempre più veloci e performanti. In questo campo, come nel caso delle marche fotografiche, non ci sono prodotti migliori di altri: un computer, se opportunamente attrezzato, vale un altro. Poi, a fare la differenza, ci sono le preferenze personali, dovute alle conoscenze acquisite lavorando su un prodotto piuttosto che su un altro. Personalmente utilizzo computer e software di marche note e blasonate, ma non necessariamente le migliori. Esistono numerose alternative, altrettanto valide, che ci consentono lo sviluppo delle nostre immagini senza dover spendere cifre importanti. Le riviste specializzate del settore forniscono informazioni e tutorial su come procedere per ottenere immagini migliorate in ogni aspetto. Dato che le foto digitali sono riproducibili senza problema, vi consiglio di sperimentare queste tecniche fino al risultato che più vi apparirà soddisfacente: non costa nulla e vi consentirà di imparare senza annoiarvi. Vi accorgerete presto che le vostre immagini, se sono state curate sin dalle fasi di preparazione, non avranno bisogno di grandi ritocchi, ma di pochi semplici interventi.
E questo per svariate ragioni. Un tempo, non appena riavvolto il rullino delle nostre diapositive, la nostra responsabilità finiva: ci si rivolgeva al laboratorio di fiducia, e si apettava per alcuni giorni di entrare in possesso delle diapositive intelaiate, o delle stampe richieste. In pratica, dopo lo scatto, le nostre possibilità di intervento su quel rullino erano pressochè nulle. Se avevamo fatto buoni scatti, tutto ok...ma se qualcosa era andato storto a nostra insaputa...non ci potevamo fare più nulla! Una diapositiva restava quella: inquadratura, esposizione errata, orizzonte storto...non c'era rimedio. (...a parte, ovviamente far stampare quelle dia correggendo gli errori quando possibile, con un esborso in quattrini non indifferente!) Ecco allora, ancora una volta, l'importanza della preparazione dello scatto. Con lo studio della composizione, la perfetta esposizione della scena, la visualizzazione di quanto andavamo a riprendere. E la certezza che nel rullino ci stavano al massimo 36 pose da utilizzare con parsimonia! ...Qualcuno di noi ricorda ancora, con orrore, la fine di un rullino durante lo svolgimento di una scena che meritava altre decine di scatti!!! Con la fotografia digitale tutto ciò può essere facilmente superato. Le attuali schede di memoria hanno capacità sempre maggiori e ci consentono un'autonomia di ripresa praticamente infinita. Mentre la maggior parte dei fotografi ha imparato a gestire il dopo scatto con software complessi, e computer sempre più veloci e performanti. In questo campo, come nel caso delle marche fotografiche, non ci sono prodotti migliori di altri: un computer, se opportunamente attrezzato, vale un altro. Poi, a fare la differenza, ci sono le preferenze personali, dovute alle conoscenze acquisite lavorando su un prodotto piuttosto che su un altro. Personalmente utilizzo computer e software di marche note e blasonate, ma non necessariamente le migliori. Esistono numerose alternative, altrettanto valide, che ci consentono lo sviluppo delle nostre immagini senza dover spendere cifre importanti. Le riviste specializzate del settore forniscono informazioni e tutorial su come procedere per ottenere immagini migliorate in ogni aspetto. Dato che le foto digitali sono riproducibili senza problema, vi consiglio di sperimentare queste tecniche fino al risultato che più vi apparirà soddisfacente: non costa nulla e vi consentirà di imparare senza annoiarvi. Vi accorgerete presto che le vostre immagini, se sono state curate sin dalle fasi di preparazione, non avranno bisogno di grandi ritocchi, ma di pochi semplici interventi.
L' immagine commentata: Un Rospo sorveglia il cortile...

Da qualche settimana un Rospo comune (Bufo bufo) staziona regolarmente nel cortile di casa vicino all'orto di mia cognata. Lo vedo con regolarità praticamente ogni sera. Dalle dimensioni "abbondanti"... direi che si tratta di un esemplare femmina, dato che in questa specie il maschio adulto è di dimensioni minori. E' una presenza molto gradita, perchè si tratta di una specie protetta e, purtroppo, in costante diminuzione. I motivi della sua rarefazione in natura sono legati a una serie di fattori, ma pare che, tra le maggiori cause, vi sia l'elevata quantità di sostanze tossiche usate in agricoltura che gli anfibi assorbono attarverso la loro delicatissima pelle. La progressiva distruzione degli habitat naturali indispensabili alla deposizione delle uova come i maceri, ormai scomparsi, i fossi, e gli stagni d'acqua, sempre più difficili da trovare oppure inquinati, ha reso sempre più difficoltosa la sopravvivenza di questi preziosi animali. Che tra l'altro... ( ammesso si debba trovare un riscontro umano alla loro utilità...) sono dei fantastici e utilissimi divoratori di insetti, larve e molluschi, come le Lumache. Le migrazioni che portano in stagione riproduttiva il Rospo comune alla ricerca di siti idonei alla deposizione delle uova, contribuisce alla perdita di moltissimi esemplari che vengono schiacciati dalle ruote delle auto. Detto ciò, tornando all'esemplare del mio cortile, mi ci sono affezionato e pare che anche a lui non dispiaccia quando lo sposto per evitare che finisca sotto le ruote della mia auto. Si lascia afferrare senza difficoltà, rimanendo praticamente immobile finchè non lo rilascio sul terreno. Ha cambiato il suo atteggiamento dalle prime volte quando. nel momento in cui mi avvicinavo per prenderlo e spostarlo...si gonfiava all'inverosimile, assumendo una dimensione tale da apparire enorme e pericoloso!!! ...Un atteggiamento tipico di difesa dai predatori che, trovandosi davanti una preda tanto grande...( si presume...) finirebbero col rinunciare alla sua cattura. Anche i gatti del cortile si sono ormai abituati alla sua presenza, e non lo disturbano più, per fortuna! Mi auguro di continuare a vederlo per molto tempo ancora, sperando che non si allontani troppo. Naturalmente ne ho approfittato per fare qualche scatto che vi presento nella galleria "Rettili e Anfibi". Nulla di particolare, perchè è stato necessario utilizzare il flash, ma sicuramente mi sono divertito molto con un animale troppo simpatico!!
HOME - Un film documentario di Yann Hartus-Bertrand

DVD Scatti naturali...

Ho realizzato un DVD dal titolo Scatti naturali, che raccoglie in una proiezione video una parte delle immagini presenti sul sito. Dura circa 16 minuti, ed è accompagnato da colonna sonora musicale. Si può visualizzare sul televisore di casa con un normale lettore dvd. Ma lo potrete visualizzare anche nella home page del sito cliccando sulla freccia di scorrimento, ed avendo un pò di pazienza in attesa che il filmato venga caricato completamente. Diversamente lo vedrete a scatti, in modo anomalo. Penso che valga la pena aspettare un pò...
Esiste anche un libro dallo stesso titolo, che ho realizzato con Blurb (www.blurb.com) con le stesse immagini distribuite su 120 pagine di grande formato 30x33 cm. Potrete visualizzarlo in anteprima e magari, se vi interessa, procurarvelo attraverso lo stesso sito. Tuttavia ritengo che il costo di produzione e di vendita, unito alle spese postali sia troppo elevato. Parere personale, dato che comunque del risultato ottenuto e della qualità di stampa sono rimasto più che soddisfatto.
Vi consiglio uno sguardo al sito www.blurb.com che vi permetterà di realizzare un vero libro, completamente personalizzabile, in vari formati e con le vostre foto accompagnate, se vorrete, dai vostri commenti. Il tutto realmente semplice da ottenere, con pochi movimenti del mouse ed un minimo di pratica. Il risultato sarà certamente superiore alle vostre aspettative, perchè la produzione viene fatta con estrema cura in tutte le fasi di lavorazione. Esistono altri siti simili, che vi consentono di ottenere libri dello stesso tipo, ma ritengo che Blurb sia il migliore perchè offre una varietà di combinazioni e di templates davvero ampia.
Esiste anche un libro dallo stesso titolo, che ho realizzato con Blurb (www.blurb.com) con le stesse immagini distribuite su 120 pagine di grande formato 30x33 cm. Potrete visualizzarlo in anteprima e magari, se vi interessa, procurarvelo attraverso lo stesso sito. Tuttavia ritengo che il costo di produzione e di vendita, unito alle spese postali sia troppo elevato. Parere personale, dato che comunque del risultato ottenuto e della qualità di stampa sono rimasto più che soddisfatto.
Vi consiglio uno sguardo al sito www.blurb.com che vi permetterà di realizzare un vero libro, completamente personalizzabile, in vari formati e con le vostre foto accompagnate, se vorrete, dai vostri commenti. Il tutto realmente semplice da ottenere, con pochi movimenti del mouse ed un minimo di pratica. Il risultato sarà certamente superiore alle vostre aspettative, perchè la produzione viene fatta con estrema cura in tutte le fasi di lavorazione. Esistono altri siti simili, che vi consentono di ottenere libri dello stesso tipo, ma ritengo che Blurb sia il migliore perchè offre una varietà di combinazioni e di templates davvero ampia.
Attrezzatura, ottiche e accessori.

Utilizzo da sempre materiali Nikon. Non che questo abbia particolare importanza, tuttaltro: si sprecano i commenti su attrezzature di un marchio oppure di un altro. Credo che attualmente non ci siano differenze qualitative notevoli fra un brand e un altro. Si tratta di scelte fatte in epoca ormai lontana, quando forse queste differenze esistevano ed erano veramente palpabili. Oggi non è più così, e se dovessi consigliare ad un neofita le ragioni per scegliere tra un marchio e un altro...non saprei che dire! Certo è che, inesorabilmente e a meno di non avere molti euro da spendere, chi come me ha cominciato a raccimolare un corredo di tutto rispetto di un marchio, difficilmente potrà pensare di cambiare il tutto per rivolgersi a un marchio diverso.
Se non con la consapevolezza di dover spendere cifre da capogiro, per ritrovarsi poi con materiali del tutto simili a quelli sostituiti. Non fa certo per me, che ho dovuto ponderare ogni acquisto nel corso degli anni, per cercare un effettivo incremento qualitativo rispetto a quanto dovevo svendere per acquistare il nuovo.
Detto ciò, non è che le attrezzature non abbiano la loro importanza! Al contrario ce l'hanno eccome!!! Semplicemente ritengo di poter fare con ciò che possiedo, senza dover rincorrere ad ogni costo l'ultimo ritrovato tecnologico, di cui non sento la necessità. Ben vengano autofocus sempre più precisi e veloci, raffiche da svariati fotogrammi al secondo che cosentono riprese un tempo impossibili...ma non facciamone un limite alla non operatività sul campo: un tempo si era limitati dalla capacità del rullino di pellicola a contenere un massimo di 36 fotogrammi. Bene, i migliori fotografi naturalisti di allora non venivano spaventati da questa situazione.
E le immagini di Angelo Gandolfi, Fabio Ballanti, Vittorio Pigazzini e Paolo Fioratti, solo per citarne alcuni, e tutti gli altri miti del tempo, svettavano per spettacolarità sulle pagine delle riviste di settore come Airone e Oasis dei tempi che furono... Certo è che il digitale ha promosso e offerto possibilità enormi a ciascuno di noi, e io ho creduto alle potenzialità del digitale prima che prendesse piede così diffusamente, tanto ero convinto dei vantaggi prodotti. Penso in particolare alla opportunità di variare la sensibilità ISO ogni qualvolta si renda necessario, anche fotogramma per fotogramma! Impagabile vantaggio contro ogni imprevisto cambiamento di luce. E certamente non il solo.
Utilizzo Photoshop di Adobe dalla sua prima comparsa in pubblico, nel 1989. Ho dovuto imparare ad usarlo per motivi professionali. Trovo che sia uno strumento indispensabile per la post-produzione delle immagini, anche se cerco sempre di ottimizzare la macchina fotografica attraverso i parametri più idonei e ottenere così scatti più facilmente gestibili.
Cerco di intervenire il meno possibile dopo lo scatto, ma inevitabilmente anche io sono costretto e propenso a farlo. Il file RAW che si ottiene, pur con i migliori settaggi on-camera, va sempre rivisto ed interpretato, almeno per riportare i valori neutri (...sappiamo che il file grezzo, detto RAW, è un insieme di informazioni in bianco e nero) alla normale visualizzazione della scena registrata. Pertanto, pur cercando di non stravolgere mai l'immagine presentata, a volte mi diverto parecchio anche a superare i limiti concessi, per ottenere immagini che non sono più "Scatti naturali"...ma elaborazioni fantasiose e per me divertenti.
Per fare ciò utilizzo un computer Apple MacPro, con vari software preposti allo sviluppo dei file fotografici. Le mie attrezzature sono composte da due corpi macchina, una D200 e una D300, oltre ad un vecchio corpo D70s che mi serve da "muletto". Le ottiche comprendono focali da 20mm a 500mm, compresi un 105mm Micro e uno zoom 70/200 superluminoso. Tra gli accessori che ritengo indispensabili c'è naturalmente un treppiede BENRO in carbonio con adeguata testa a bilanciere.
E poi flash e moltiplicatori di focale. Questi ultimi, pur se da utilizzare con attenzione, sono spesso indispensabili per avvicinare ulteriormente i soggetti da riprendere, dato che molto spesso la distanza di ripresa è notevole. Tuttavia il loro utilizzo può compromettere la qualità della foto. Con l'attuale fattore di moltiplicizione prodotto dai sensori DX delle mie macchine (che è di 1.5x) le cose si sono semplficate, perchè un 300mm ritaglia solo la parte interna del fotogramma e si trasforma automaticamente in un 450mm di pari luminosità. Un altro indubbio vantaggio!
Se non con la consapevolezza di dover spendere cifre da capogiro, per ritrovarsi poi con materiali del tutto simili a quelli sostituiti. Non fa certo per me, che ho dovuto ponderare ogni acquisto nel corso degli anni, per cercare un effettivo incremento qualitativo rispetto a quanto dovevo svendere per acquistare il nuovo.
Detto ciò, non è che le attrezzature non abbiano la loro importanza! Al contrario ce l'hanno eccome!!! Semplicemente ritengo di poter fare con ciò che possiedo, senza dover rincorrere ad ogni costo l'ultimo ritrovato tecnologico, di cui non sento la necessità. Ben vengano autofocus sempre più precisi e veloci, raffiche da svariati fotogrammi al secondo che cosentono riprese un tempo impossibili...ma non facciamone un limite alla non operatività sul campo: un tempo si era limitati dalla capacità del rullino di pellicola a contenere un massimo di 36 fotogrammi. Bene, i migliori fotografi naturalisti di allora non venivano spaventati da questa situazione.
E le immagini di Angelo Gandolfi, Fabio Ballanti, Vittorio Pigazzini e Paolo Fioratti, solo per citarne alcuni, e tutti gli altri miti del tempo, svettavano per spettacolarità sulle pagine delle riviste di settore come Airone e Oasis dei tempi che furono... Certo è che il digitale ha promosso e offerto possibilità enormi a ciascuno di noi, e io ho creduto alle potenzialità del digitale prima che prendesse piede così diffusamente, tanto ero convinto dei vantaggi prodotti. Penso in particolare alla opportunità di variare la sensibilità ISO ogni qualvolta si renda necessario, anche fotogramma per fotogramma! Impagabile vantaggio contro ogni imprevisto cambiamento di luce. E certamente non il solo.
Utilizzo Photoshop di Adobe dalla sua prima comparsa in pubblico, nel 1989. Ho dovuto imparare ad usarlo per motivi professionali. Trovo che sia uno strumento indispensabile per la post-produzione delle immagini, anche se cerco sempre di ottimizzare la macchina fotografica attraverso i parametri più idonei e ottenere così scatti più facilmente gestibili.
Cerco di intervenire il meno possibile dopo lo scatto, ma inevitabilmente anche io sono costretto e propenso a farlo. Il file RAW che si ottiene, pur con i migliori settaggi on-camera, va sempre rivisto ed interpretato, almeno per riportare i valori neutri (...sappiamo che il file grezzo, detto RAW, è un insieme di informazioni in bianco e nero) alla normale visualizzazione della scena registrata. Pertanto, pur cercando di non stravolgere mai l'immagine presentata, a volte mi diverto parecchio anche a superare i limiti concessi, per ottenere immagini che non sono più "Scatti naturali"...ma elaborazioni fantasiose e per me divertenti.
Per fare ciò utilizzo un computer Apple MacPro, con vari software preposti allo sviluppo dei file fotografici. Le mie attrezzature sono composte da due corpi macchina, una D200 e una D300, oltre ad un vecchio corpo D70s che mi serve da "muletto". Le ottiche comprendono focali da 20mm a 500mm, compresi un 105mm Micro e uno zoom 70/200 superluminoso. Tra gli accessori che ritengo indispensabili c'è naturalmente un treppiede BENRO in carbonio con adeguata testa a bilanciere.
E poi flash e moltiplicatori di focale. Questi ultimi, pur se da utilizzare con attenzione, sono spesso indispensabili per avvicinare ulteriormente i soggetti da riprendere, dato che molto spesso la distanza di ripresa è notevole. Tuttavia il loro utilizzo può compromettere la qualità della foto. Con l'attuale fattore di moltiplicizione prodotto dai sensori DX delle mie macchine (che è di 1.5x) le cose si sono semplficate, perchè un 300mm ritaglia solo la parte interna del fotogramma e si trasforma automaticamente in un 450mm di pari luminosità. Un altro indubbio vantaggio!
L' immagine commentata: Un Verdone scorbutico e asociale...

Osservare gli animali per riuscire a fotografarli spesso richiede pazienza e altrettanta tenacia. Per facilitare la presenza e l'avvicinamento di certe specie di passeracei, durante il periodo invernale mantengo in giardino delle mangiatoie con semi e briciole dolci, adatte a richiamare le specie più svariate: Cinciallegra, Cinciarella, Verdone, Pettirosso, Passera scopaiola, Frosone oltre ai più comuni e onnipresenti Merlo e Storno comune. Una parte delle immagini presenti nella galleria Avifauna è tratta proprio in prossimità delle mangiatoie, restando in un capanno che ho costruito appositamente e che mi consente di fotografare indisturbato. Tra i tanti ospiti che le frequentano, i Verdoni sono tra i più presenti e rumorosi. Appaiono quasi all'improvviso, verso la prima metà di marzo, e, mantenendo le mangiatoie ben rifornite, si può contare sulla loro presenza per alcune settimane. Fra di loro i comportamenti sono estremamente diseguali e abbastanza buffi. C'è quello che appena arrivato mangia semi a più non posso, c'è la femmina che stenta ad avvicinarsi titubante, e naturalmente ci sono quelli più litigiosi di altri. Nell'immagine ne vedete uno che si presentava quasi per ultimo in un gruppetto da 7/8 individui, non pensava a nutrirsi come gli altri perchè continuamente preso a tentare di scacciare tutti gli altri individui. Maschi o femmine che fossero. Che intanto però mangiavano incuranti delle minacce e se ne andavano quando le granaglie erano ormai finite. Questo soggetto io non l'ho mai visto nutrirsi o prendere cibo come gli altri! Passava tutto il tempo a scacciare (...o tentare di scacciare ) chiunque. Lo vedete immortalato in un suo atteggiamento tipico, non proprio rilassato! :-) ...e intanto, naturalmente, tutti gli altri mangiavano!!!
L'Oasi di Torrile (Pr) - Una palestra per tutti

Non sempre è possibile dedicare tutto il tempo che si vorrebbe alla nostra passione fotografica. Gli appostamenti in capanno richiedono anche svariate settimane di preparazione, con continui sopralluoghi per la verifica delle condizioni sperate. Personalmente ho dovuto rallentare decisamente le mie uscite in tal senso, per il sempre minor tempo a disposizione. Tuttavia, per mantenere attivi i nostri "ferri del mestiere" c'è sempre la possibilità di recarsi presso qualche oasi, o zona protetta, dove le possibilità di riprendere soggetti interessanti è alla portata di chiunque. Torrile, in provincia di Parma, è uno dei luoghi che io frequento con continuità e da svariati anni. Le sorprese non mancano mai, e le foto sono praticamente assicurate. C'è naturalmente chi storce il naso davanti a queste scelte, reputando il luogo come una sorta di "enorme recinto", quasi che gli animali fossero tenuti in cattività e non avessero alcuna possibilità di sottrarsi ai fotografi. Ognuno ha le proprie idee, e a me non sembra che sia così. Il territorio dell'oasi è enorme, e gli uccelli sono liberissimi di allontanarsi dai teleobiettivi come e quando vogliono. Di certo non sarà esattamente come fare appostamenti mirati alle specie più elusive, ma ribadisco che, almeno per me, il tempo è tiranno e non saprei proprio come fare diversamente. A volte ritrovarsi con "la pappa pronta" è decisamente piacevole!
L'Oasi di Torrile è gestita da Maurizio Ravasini, elemento storico della LIPU e fondatore-ideatore dell'oasi stessa. Una miniera inesauribile di notizie, aneddoti e divertenti gags lo caratterizzano da sempre. Merita un ringraziamento per quanto realizzato laddove altri avevano clamorosamente fallito. Lo conosco da tempo, e sicuramente va preso con le molle per la sua impulsività, ma è uno degli ornitologi più preparati che esistono in Italia. Torrile è normalmente visitabile nei giorni di giovedì, sabato e domenica. Attenzione perchè, per una serie di azioni deprecabili accadute negli ultimi mesi, attualmente il biglietto di ingresso richiesto ai fotografi è salito a 10 € !
L'Oasi di Torrile è gestita da Maurizio Ravasini, elemento storico della LIPU e fondatore-ideatore dell'oasi stessa. Una miniera inesauribile di notizie, aneddoti e divertenti gags lo caratterizzano da sempre. Merita un ringraziamento per quanto realizzato laddove altri avevano clamorosamente fallito. Lo conosco da tempo, e sicuramente va preso con le molle per la sua impulsività, ma è uno degli ornitologi più preparati che esistono in Italia. Torrile è normalmente visitabile nei giorni di giovedì, sabato e domenica. Attenzione perchè, per una serie di azioni deprecabili accadute negli ultimi mesi, attualmente il biglietto di ingresso richiesto ai fotografi è salito a 10 € !
L'immagine commentata: Oreste, il tasso che non ti aspetti...

Non è semplice avvistare un Tasso (Meles meles) in natura. Le loro abitudini comportamentali e la loro elusività rendono ogni incontro con questo splendido abitante dei nostri boschi un fatto eccezionale. Ed ecco che, come a volte accade, il comportamento animale ci sorprende e ci spiazza. Come è capitato a me per queste immagini. Mi trovavo in località Serrazzone, ospite della casa di un parente, quando durante una sera di aprile piovosa come non mai, affacciandomi sulla porta di casa ho intravisto una sagoma bianca e nera avvicinarsi alle ciotole di cibo per i gatti che aveva preparato mia moglie. Ho realizzato immediatamente cosa si stava avvicinando, e, pur tradendo una certa emozione, mi sono affacciato all'interno di casa per chiedere a mia moglie di portarmi la macchina fotografica...Purtroppo, sempre troppo tardi! Il Tasso se ne era già andato, pur con una tranquillità che non immaginavo. Durante la stessa serata si ripresentò, ma stavolta davanti all'uscio di casa. Troppo vicino per non allontanarsi in fretta quando misi la testa fuori dalla porta. Arrivarono le vacanze estive di agosto, ed ero sempre ospite di quella casa. Sulla veranda, con tavolino e sedie a sdraio, mi sono attardato più di una notte per vedere le stelle che da lassù sembrano più vicine. Durante una di queste immersioni nella natura, con stelle cadenti, grugniti di cinghiali e chiacchiericcio di ghiri...un tramestio insolito ha attirato la mia attenzione. Era di nuovo lui, il Tasso, che tornava a trovarci!!! Ma stavolta ero pronto anch'io...e seppur con condizioni di luce pari al buio, ho scattato alcune delle immagini che vedete nella galleria Mammiferi. Trattenevo il fiato per non dare alcun segno di disturbo, ma l'immancabile e indispensabile flash tradiva ad ogni scatto la mia presenza. Tuttavia lui non se curava tanto, indaffarato com'era a rovistare fra i piatti con il cibo per i gatti, e a passeggiare tra il tavolo e alcune sedie. Tra me e me scoppiavo dal ridere per la scena e la soddisfazione...mi è venuto letteralmente sotto i piedi ed ha annusato le mie scarpe con attenzione!!! Il suo naso umido luccicava nonostante la poca luce disponibile, ed è stato un incontro davvero emozionante. Nelle serate successive si è ripresentato più volte, assieme ad una compagna ( o compagno: non so se erano maschio e femmina) sempre avvicinandosi a casa e permettendo anche ad un amico ospite di fare fotografie come ho fatto io. Abbiamo deciso di chiamarlo Oreste, da un' idea di mia moglie Lorenza, e mi è sembrato un nome azzeccato. Ogni sera ci dicevamo: "...chissà se stasera verrà a trovarci Oreste!!?"...Un interrogativo che per più di un'occasione ha avuto risposta positiva. ... Grazie al Tasso Oreste!
Che ci ha rallegrato con la sua presenza, quasi ogni sera, con l'impeccabile ed elegante mascherina nera sugli occhi (...da vero bandito!), la livrea grigio chiaro sfumato, ed il suo naso umido e lucido. Uno spettacolo gratuito. Che spero potrà replicarsi alle prossime vacanze.
Che ci ha rallegrato con la sua presenza, quasi ogni sera, con l'impeccabile ed elegante mascherina nera sugli occhi (...da vero bandito!), la livrea grigio chiaro sfumato, ed il suo naso umido e lucido. Uno spettacolo gratuito. Che spero potrà replicarsi alle prossime vacanze.
Strumenti indispensabili: il binocolo.

Tra gli strumenti che reputo di fondamentale importanza per il fotografo, il naturalista e il birdwatcher il binocolo occupa sicuramente il primo posto. Diventa prezioso quando si deve osservare il comportamento animale in natura, permettendo di vedere senza avvicinarsi al soggetto, e senza essere visti. Grazie all'uso di questo importante strumento mi è stato possibile in tante occasioni assistere a scene veramente interessanti; studiare comportamenti che non conoscevo e determinare in quale luogo posizionare il capanno per fotografare il soggetto che mi interessava. Il binocolo dev'essere sempre presente tra le attrezzature di un foto-naturalista, e conviene acquistarlo di ottima qualità. Nonostante possa sembrare una spesa eccessiva ai meno esperti, garantisco che acquistando un prodotto di qualità, il beneficio in termini di utilizzo sarà ben presto ripagato dall'uso costante dell'oggetto. Un binocolo va acquistato per la vita!
Credetemi, non è un'esagerazione. Io stesso che non ne ero convinto, ne ho usato per qualche tempo uno di pessima qualità. Poi mi hanno fatto guardare attraverso un binocolo "serio"...e mi sono reso conto che quello che attraverso il mio sembrava un Airone Cenerino (Ardea cinerea) in controluce...era in realtà un magnifico esemplare di Airone Rosso (Ardea purpurea) in perfetta e coloratissima livrea riproduttiva!!!
In pratica la pessima qualità delle mie lenti non mi consentiva neppure di cogliere quelle differenze cromatiche, evidentissime, seppure in condizioni difficili. I trattamenti antiriflesso e la qualità costruttiva dei marchi come Leica, Zeiss, Swarowsky fanno davvero la differenza. Certo, i prezzi sono decisamente molto elevati, ma se farete del birdwatching e dell'osservazione naturalistica un passatempo duraturo, la spesa per uno di questi oggetti vi ripagherà ampiamente. Consiglio anche di non esagerare con gli ingrandimenti: normalmente i modelli più idonei sono le versioni da 7/8x fino a 10x. Ingrandimenti maggiori diventerebbero difficili da gestire, perchè aumentano il peso del binocolo, quindi a lungo andare vi stanchereste di sollevarlo fino agli occhi, e il tremolio inevitabile delle mani ne renderebbe quasi impossibile l'utilizzo corretto.
Credetemi, non è un'esagerazione. Io stesso che non ne ero convinto, ne ho usato per qualche tempo uno di pessima qualità. Poi mi hanno fatto guardare attraverso un binocolo "serio"...e mi sono reso conto che quello che attraverso il mio sembrava un Airone Cenerino (Ardea cinerea) in controluce...era in realtà un magnifico esemplare di Airone Rosso (Ardea purpurea) in perfetta e coloratissima livrea riproduttiva!!!
In pratica la pessima qualità delle mie lenti non mi consentiva neppure di cogliere quelle differenze cromatiche, evidentissime, seppure in condizioni difficili. I trattamenti antiriflesso e la qualità costruttiva dei marchi come Leica, Zeiss, Swarowsky fanno davvero la differenza. Certo, i prezzi sono decisamente molto elevati, ma se farete del birdwatching e dell'osservazione naturalistica un passatempo duraturo, la spesa per uno di questi oggetti vi ripagherà ampiamente. Consiglio anche di non esagerare con gli ingrandimenti: normalmente i modelli più idonei sono le versioni da 7/8x fino a 10x. Ingrandimenti maggiori diventerebbero difficili da gestire, perchè aumentano il peso del binocolo, quindi a lungo andare vi stanchereste di sollevarlo fino agli occhi, e il tremolio inevitabile delle mani ne renderebbe quasi impossibile l'utilizzo corretto.
L'immagine commentata: Mirta - Una merla molto confidente.

Ho già accennato alle mangiatoie invernali nel mio giardino. Ebbene, uno degli ospiti fissi e quotidianamente presente a queste fonti di cibo è Mirta, una merla femmina particolarmente confidente e coraggiosa. A qualsiasi ora io mi rechi nel capanno per provvedere a rifornire di cibo le mangiatoie, Mirta c'è. Sempre. Evidentemente staziona in un raggio d'azione molto ristretto, e ciò le facilita le cose, ma non appena mi reco in cortile lei si fa vedere e quando metto le granaglie nel tronchetto-mangiatoia, mi segue molto da vicino. Si ferma a meno di un metro da me, per nulla intimorita, e si lascia osservare come e quanto voglio, intercalando di tanto in tanto il suo richiamo, senza tradire il minimo timore. Ora che siamo in primavera, ed ho interrotto la fornitura di cibo nelle mangiatoie, ho osservato che Mirta compie delle scorribande presso le ciotole di cibo che mettiamo per i gatti, piene di crocchette, evidentemente gradite anche alla merla... Al punto che, quando piove e mettiamo le ciotole al riparo in un garage con la porta parzialmente aperta...Mirta va regolarmente a cibarsi, saltellando incurante dei pericoli e procurandosi così qualcuna di quelle crocchette. Questo mi preoccupa un pò, perchè naturalmente, i gatti stessi a cui forniamo il cibo...stazionano all'interno del garage! Finora non è successo nulla di particolare, e spero che Mirta sarà sempre abbastanza svelta per sfuggire agli agguati dei felini. Così come l'ho vista fare più volte.